giovedì 14 maggio 2015

Un quarto del vigneto Friuli fa gola a cinesi e americani

Rassegna Stampa - Maggio 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Un quarto del vigneto Friuli fa gola a cinesi e americani
 Parecchie famiglie storiche vendono i terreni perchè i figli non portano avanti l’azienda I prezzi sono in calo: un ettaro oggi può essere comperato per “appena” 140 mila euro
 
Manzano, 13 Maggio 2015
  Il Friuli Venezia Giulia è la regione che in Italia produce i migliori vini bianchi. Ergo: i terreni a vite costano una fortuna. Peccato non sia così ormai da anni. Una parte consistente delle superfici coltivate è, informalmente, sul mercato, guardata con interesse da investitori ai quattro angoli del mondo. Parola di Walter Vio, trevigiano con radici friulane che da un ventennio si occupa di transazioni immobiliari nel settore. Il territorio lo conosce a menadito. Racconta con precisione fotografica di un vigneto piuttosto che di un altro. Da del tu alla maggior parte dei produttori. Che non di rado, quando decidono di fare il grande passo, alzano la cornetta e compongono il suo numero. Non chiedetegli però nomi. La riservatezza, in fatto di transazioni “vitivinicole”, è d’obbligo. In ballo ci sono, non di rado, cifre a sei zeri. Al netto delle carte d’identità, quanto Vio racconta è ugualmente “sconvolgente” se è vero che secondo il mediatore «un quarto dei vigneti del Friuli Venezia Giulia è attualmente in vendita» e che il fenomeno interessa «a macchia d’olio tutta la superficie regionale». Presa di mira vent’anni fa, senza troppa fortuna, dai toscani, sbarcati in Friuli con l’obiettivo di completare i loro ottimi vini rossi con i nostri eccellenti bianchi, oggi la regione è nel mirino degli stranieri. Francesi, americani e da pochi mesi anche i cinesi. Vio racconta di un contatto da questo punto di vista illuminante. Risale alla fine del 2014. Quando al mediatore si rivolge una delle più blasonate aziende produttrici di vino della Borgogna, la Domaine Lefaive, «un’impresa le cui bottiglie - racconta - possono arrivare a costare anche 850 euro, capitalizzata per circa 150 milioni di euro, con terreni che valgono 1,5 milioni a ettaro». Estimatrice dei grandi vini firmati da due imprese orgoglio del Fvg come Felluga e Miani, l’azienda francese sbarca in Friuli alla ricerca di vigneti sui quali investire. Vigneti che per di più - «scopre con non poca sorpresa», racconta ancora Vio - sono anche a buon prezzo. Nell’arco dell’ultimo decennio il costo di un ettaro si è infatti più che dimezzato, passando «dai 300-350 mila euro - stima il mediatore - ai 170 mila di 3, 4 anni fa fino agli attuali 140 mila». In poche parole: un affare. Nel caso specifico, mancato, sembra, a causa del grave e improvviso lutto patito dall’impresa d’oltralpe che all’inizio di aprile ha perso la sua proprietaria ed ispiratrice, Anne Claude Lefaive. Nell’universo enologico era conosciuta come la “Regina dei bianchi”, i cui vini, a più riprese, sono stati dichiarati i migliori del mondo. Che volesse investire in Fvg la dice lunga. Eppure né la qualità del terreno, né la fama dei nostri vini bianchi, specie oltralpe, sembrano bastare più a sostenere le aziende che patiscono un mix di condizioni potenzialmente letali. «Il problema maggiore - dice Vio - è la mancata trasmissione d’impresa. Seguono la difficoltà d’ammortamento degli investimenti realizzati in questi ultimi anni, legate a doppio filo con la crisi economica». Da qui il tentativo d’accalappiare investitori, per garantire maggiore liquidità alle imprese, fino all’extrema ratio: la messa in vendita. Dalla decisione all’affare possono passare anche poche settimane. Parola di Vio: «Ne bastano un paio per le più piccole, ci può volere un anno, anche un anno e mezzo per le realtà di maggiori dimensioni». Alla finestra non ci sono come detto solo i francesi. Il mediatore veneto racconta d’aver avuto contatti con una banca americana e di aver ricevuto un investitore cinese. L’assalto è dunque un’ipotesi niente affatto remota. Per ora non conta su numeri vertiginosi, ma ha interessato aziende di peso. Si ricordino, solo nell’ultimo quinquennio, le cessioni di aziende quali La Viarte (Prepotto), Puiatti (Isonzo) e Schioppetto (Capriva), l’acquisizione da parte di Venica&Venica della vigna di Ruttars un tempo dei Valle, e ancora il caso delle “Vigne di Zamò", società in cui è entrato il celeberrimo Oscar Farinetti, patron di Eataly.

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