giovedì 14 maggio 2015

Emendamento a sorpresa: le Unioni potranno fondersi

Rassegna Stampa - Maggio 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Emendamento a sorpresa: le Unioni potranno fondersi
 L’assessore Panontin: questa modifica non significa reintrodurre le Province Sono 12 i Comuni che avranno la facoltà di trasferirsi da una Uti all’altra
 
Manzano, 13 Maggio 2015
   Dalle mini-Province alle nuove Province. È l’estrema sintesi della modifica alla riforma delle Autonomie locali, proposta ieri dal Nuovo Centrodestra e accolta dal Consiglio regionale. Perché le Unioni territoriali intercomunali (Uti) si potranno fondere, se saranno d’accordo almeno i tre quarti delle assemblee coinvolte nel progetto di fusione. Non si tratterà più di un ente a elezione diretta – come sono state finora le Province –, ma certo di un nuovo ente di area vasta, sì. Potrebbe accadere, ad esempio, che le due Uti disegnate dalla giunta regionale nella Bassa friulana decidano di unirsi per formare un’Unione unica. Oppure che a fondersi siano le cinque unioni del Podenonese, come piacerebbe molto al vice presidente della Regione, Sergio Bolzonello, tanto che l’emendamento è stato letto come un assist per lui. Si vedrà. Perché dovranno essere i Comuni e le loro Unioni a decidere e ad accettare la sfida di sommare le forze. È quello proposto dal centrodestra l’emendamento più significativo approvato ieri dal Consiglio, che ha rinviato a oggi la discussione e l’ok ad altre modifiche alle riforma e il definitivo via libera alla riforma del Consiglio delle Autonomie (Cal). Solo alla fine del percorso si voterà la mozione proposta dal centrodestra che chiede di congelare la nuova legge per i Comuni fino al termine dell’anno. Mozione sulla quale l’opposzione potrebbe non essere più compatta. Le nuove Province «Abbiamo ritenuto che l’emendamento presentato dalla minoranza potesse essere accolto, anche come segnale di apertura, di confronto, di collaborazione con l’opposizione – spiega l’assessore alle Autonomie locali Paolo Panontin (Cittadini) –. La minoranza non ha presentato molte richieste e un a volta letto, e corretto quell’emendamento, abbiamo ritenuto di poterlo approvare. Come giunta abbiamo previsto delle dimensioni ottimali per le Uti, che riteniamo siano il punto di equilibrio dimensionale idoneo a garantire capacità di programmazione e sviluppo di un territorio omogeneo e a gestione in forma associata i servizi. Se tuttavia quei territori, dopo un certo percorso, dovessero ritenere opportuno fondersi, non vediamo problemi, com’è accaduto nel Camposanpierese, dove due unioni rispettivamente da 35 mila e 65 mila abitanti hanno scelto di saldarsi in un’unica unione. Non significa affatto rieditare le Province», conclude Panontin, consapevole che le 17 Uti previste potrebbe quindi diminuire. Soddisfatto Colautti. «Quello approvato in Aula era uno dei punti qualificanti la mozione, che chiede, tra le altre cose, di avere Uti più grandi, necessarie per gestire certi servizi. Per me – spiega Colautti – una dimensione più ampia è necessaria per diverse competenze. Che sia stato accolto il nostro emendamento mi conforta, ma rappresenta anche una sfida per il territorio». Colautti non ha però ancora deciso se il passo del centrosinistra basterà per fargli ritirare la firma dalla mozione. «Vediamo, non sono capogruppo dell’intera opposizione, ne parleremo e decideremo insieme». Gradualità e più autonomia Altra modifica approvata prevede che un Comune che abbia aderito a un’altra Uti confinante rispetto a quella prevista in origine dalla giunta, possa tornare indietro entro tre anni, sentito il parere delle assemblee delle Uti coinvolte. Anche quella modifica è stata proposta dal centrodestra e garantisce maggiore flessibilità rispetto al primo testo, che non consentiva movimenti per dieci anni. Gli altri emendamenti saranno discussi oggi. E tra le richieste ci saranno quelle per un rafforzamento dei sub-ambiti e per dare più tempo (fino al 2018) e più autonomia ai Comuni nella scelta delle competenze da svolgere assieme. I 12 che potranno cambiare Uti Nel frattempo gli uffici hanno esaminato le richieste arrivate dai municipi per potersi trasferire da un’Unione all’altra. E le richieste compatibili con la legge sono 12. Si tratta dei Comuni dell’Udinese di Torviscosa, Tricesimo, Reana del Rojale, Pavia di Udine, Pagnacco, Mortegliano; nel Pordenonese di quelli di Spilimbergo, San Giorgio della Richinvelda, Fiume Veneto, Fontanafredda e Zoppola e nell’Isontino di Sagrado. Sarà la giunta, entro due settimane, a dare il via libero definitivo alle 17 Uti.

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