giovedì 14 maggio 2015

I sindaci ribelli apprezzano la frenata sul riordino, ma non arretrano

Rassegna Stampa - Maggio 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
I sindaci ribelli apprezzano la frenata sul riordino, ma non arretrano
 il fronte dei contrari
 
Manzano, 13 Maggio 2015
  Incassano un primo successo, ma non arretrano d’un passo. I sindaci promotori del ricorso al Tar contro la proposta di riordino territoriale si sono concessi ieri una prima valutazione della “frenata” che il consiglio regionale ha dato all’attuazione della riforma degli enti locali, in previsione di dar corpo a un esame più approfondito delle novità già la prossima settimana assieme agli amministratori di tutti e 60 i Comuni ricorrenti. «I 17 emendamenti presentati in consiglio, molti dei quali toccano questioni sollevate da noi come la natura dei sub-ambiti e la delimitazione delle Uti, dimostrano che la legge era stata fatta in modo superficiale e con troppa fretta - hanno detto i sindaci Zanin (Talmassons), Carlantoni (Tarvisio) e Molinaro (Forgaria). La corsa riformatrice lanciata dall’assessore Panontin si è schiantata contro un muro di emendamenti. Ora non possiamo che registrare un’apertura, un parziale successo, che non ci fa però desistere dall’azione intentata al Tar. Ferma quella, ribadiamo la nostra disponibilità a sederci a un tavolo e a ragionare assieme all’assessore su argomenti rispetto ai quali da tempo abbiamo sollevato critiche e perplessità». La class-action si prepara a un nuovo incontro la prossima settimana. L’obiettivo è rinserrare le fila degli amministratori, valutare gli emendamenti votati in consiglio nonché fare il punto sull’azione che sta portando avanti Anci Fvg, impegnata, proprio in questi giorni, a raccogliere sul territorio della regione tutta una serie d’indicazioni dai Comuni riguardo alle difficoltà di attuazione della legge che poi saranno riportate in sintesi all’esecutivo. Tempo per mettere in cantiere ragionamenti ulteriori a questo punto ce ne sarà considerato lo slittamento al 2018 per il trasferimento delle funzioni dai Comuni alle Unioni, fatti salvi la programmazione europea e il sistema dei servizi sociali. «Sistema che di fatto già oggi gli enti locali gestiscono a livello di ambito», hanno precisato ieri i tre sindaci che in conclusione hanno ribadito “la disponibilità al confronto». (m.d.c.)

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