martedì 15 settembre 2015

Comune unico: Manzano decide

Rassegna Stampa - Settembre 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Comune unico: Manzano decide
 In consiglio la proposta di fusione dopo il no di San Giovanni Le minoranze avviano la raccolta di firme per il referendum
Manzano, 14 Settembre 2015
  Un voto per la fusione. Il consiglio comunale di Manzano si esprimerá questa sera per dire si o no all’aggregazione con San Giovanni al Natisone. L’assemblea civica, convocata in seduta straordinaria, rappresenta in sostanza un banco di prova per testare la solidità della maggioranza, anche se le parole del sindaco Mauro Iacumin e dei vertici del Partito democratico nei giorni scorsi lasciano presagire che l’ordine del giorno proposto dalla minoranza, che è tra i proponenti del referendum, difficilmente passerá. Prima l’Unione territoriale intercomunale, poi la fusione con San Giovanni. Questa è la linea finora tenuta dalla giunta manzanese (e da quella di San Giovanni, il cui consiglio ha già bocciato l’odg dell’opposizione) e dai Democratici. E poco importa se l’Unione territoriale intercomunale del Natisone è stata commissariata. «I passi devono essere graduali. E la fusione va spiegata prima alla gente – ribadisce il sindaco manzanese Iacumin –. Non abbiamo mai detto che non vogliamo la fusione, ma bisogna arrivarci mettendo prima insieme con San Giovanni alcuni servizi. Un progetto che abbiamo avviato da quando ci siamo insediati con il collega Valter Braida». Anche in caso di voto favorevole, il giudizio comunque non avrà valore pratico, vista la bocciatura di giorni fa a San Giovanni al Natisone. Per questo motivo le minoranze dei due Comuni hanno già preparato le dovute contromosse. A ottobre inizierà la raccolta delle oltre 1.400 firme necessarie per richiedere la consultazione popolare. «Saranno i cittadini che rappresentano la maggioranza assoluta dei due paesi a decidere – tuona il capogruppo di Ricostruiamo Manzano, Daniele Macorig –, la maggioranza di San Giovanni dicendo no ha dimostrato di voler difendere le proprie posizioni e di essere ossequiosa nei confronti della Regione». La fusione porterebbe nelle casse del nuovo ente un milione e 600 mila euro di fondi aggiuntivi dalla Regione, una riduzione di costi per l’accorpamento dei servizi, oltre al non rispetto del vincolo del patto di stabilità per i prossimi cinque anni. Il percorso che il “sì” dei due consigli comunali avrebbe abbreviato, ora dovrà per forza passare attraverso la raccolta di firme per arrivare al referendum.

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