sabato 12 settembre 2015

Macorig: «Saranno i cittadini a decidere»

Rassegna Stampa - Settembre 2015

 

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
Macorig: «Saranno i cittadini a decidere»
 Il capogruppo di Ricostruiamo Manzano rilancia il referendum dopo la bocciatura del consiglio di San Giovanni

Manzano, 11 Settembre 2015
  «Saranno i cittadini, che rappresentano la maggioranza assoluta, a dire la loro sulla fusione di Manzano e San Giovanni al Natisone. Noi non ci fermiamo davanti al no di una parte politica». Daniele Macorig, capogruppo di Ricostruiamo Manzano, commenta così a caldo la bocciatura della fusione dei due Comuni da parte del consiglio di San Giovanni al Natisone. «È stata una decisione presa – dichiara – per difendere le proprie posizioni e per ossequio nei confronti della Regione». A questo punto diventerà quasi irrilevante il consiglio comunale di Manzano, che a sua volta si esprimerà lunedì alle 19 sull’operazione. Anche se il voto sarà favorevole, infatti, non avrà efficacia ai fini procedurali. Per questo motivo i proponenti del referendum si incontreranno nei prossimi giorni per stilare un programma e dare il via alla raccolta delle 1.462 firme necessarie. Ci sarà tempo fino al 9 febbraio e con molta probabilità i banchetti saranno allestiti a inizio ottobre. «Abbiamo cercato di dare un’opportunità – spiega Macorig – perché il sindaco e la maggioranza di San Giovanni potessero ravvedersi politicamente e si assumessero al tempo stesso una responsabilità nei confronti dei cittadini. Così non è stato. Mi auguro che a Manzano accada l’inverso, anche se è evidente che i matrimoni si fanno in due». L’esito di lunedì appare quasi scontato. Il sindaco Mauro Iacumin ha più volte ribadito la volontà di proseguire con l’Uti e poi gradualmente con la fusione. E lo conferma una volta di più il giorno dopo il consiglio nel Comune vicino. «Non abbiamo mai detto che non vogliamo la fusione – ribadisce Iacumin –. Tanto che ho già parlato con il collega sindaco Braida e ci siamo più volte incontrati per valutare di mettere insieme qualche servizio, che sia funzionale a un successivo assemblaggio dei due enti. La collaborazione va avanti, ma l’Unione territoriale in questo momento viene prima». Iacumin, poi, risponde agli attacchi giunti su più fronti in questi giorni. «Sono solamente da un anno e mezzo – ribatte – alla guida di questo Comune. Non penso di essere una persona attaccata alla poltrona. Forse lo è qualcun altro che da vent’anni gira i vari consigli. Io posso vivere anche senza la carica di primo cittadino perché ho un lavoro e una famiglia. Semplicemente ritengo che l’Uti in questo momento sia più funzionale al territorio». Ed è proprio l’Unione territoriale intercomunale a finire nel bersaglio di Alessio Lorenzo, capogruppo di “Progetto Manzano”: «Tutti si preoccupano di avere un business plan della fusione – tuona –, ma nessuno si è preoccupato di farne uno delle Uti. Le motivazioni addotte che hanno portato alla bocciatura della fusione sono deboli, così altrettanto è triste vedere assessori giovani che parlano ancora di campanilismi».

Maurig contesta la maggioranza
«Così non si facilita lo sviluppo»
SAN GIOVANNI AL NATISONE La corsa di San Giovanni verso la fusione con Manzano è stata fermata mercoledì dalla bocciatura in consiglio comunale dell’ordine del giorno che avrebbe accelerato l’iter ed eliminato la raccolta di firme per arrivare al referendum. Il giorno dopo il sindaco Valter Braida non ha molto da aggiungere a quanto detto in aula, dove ha ripreso in considerazione l’argomento aggiungendo che ci si dovrà rivolgere prima di tutto alla volontà popolare. Qualcosa da aggiungere ce l’ha invece la minoranza di Progetto Comune, indignata già a margine del consiglio per non aver potuto replicare alle dichiarazioni dell’assessore Carlo Pali rilasciate nel momento delle dichiarazioni di voto: «Abbiamo presentato due interrogazioni consiliari per avere una risposta». Pali ha interrogato le minoranze su come mai non è stata fatta prima la fusione, in tempi passati quanto la legge regionale avrebbe consentito maggiori finanziamenti, rivolgendosi a Maurig come ex vicesindaco. «In quella maggioranza sedeva anche lui – ha commentato Maurig –, erano altri tempi, il mondo negli ultimi anni è cambiato, non c’è di mezzo solo la crisi, c’è stato un cambiamento di mentalità e sono cambiate le esigenze. È necessario formulare una comune politica di sviluppo. I soldi che sta spendendo ora la maggioranza sono quelli della passata amministrazione, quest’anno hanno messo a disposizione solo 12 mila euro per gli investimenti – ribatte Maurig –; certo, come ha detto il consigliere Pittassi, c’è equilibrio, ma se non riesci a fare sviluppo?». Da parte sua Pali ha ribadito che «sebbene creda che il percorso di fusione sia inevitabile e potrebbe portare vantaggi, crediamo che l’imposizione delle Uti abbia creato un ostacolo. Portare avanti queste due forti riforme contemporaneamente sarebbe molto complicato, comporterebbe forti rallentamenti ai servizi ai cittadini. Non è mancanza di coraggio, non si tratta di una mancata condivisione dei potenziali vantaggi, ma questi vanno avvalorati. Pertanto una cosa alla volta». 


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