Macorig: «Saranno i cittadini a
decidere»
Il capogruppo di Ricostruiamo Manzano rilancia
il referendum dopo la bocciatura del consiglio di San Giovanni
Manzano, 11 Settembre 2015
«Saranno i cittadini, che rappresentano
la maggioranza assoluta, a dire la loro sulla fusione di Manzano e San
Giovanni al Natisone. Noi non ci fermiamo davanti al no di una parte
politica». Daniele Macorig, capogruppo di Ricostruiamo Manzano, commenta
così a caldo la bocciatura della fusione dei due Comuni da parte
del consiglio di San Giovanni al Natisone. «È stata una decisione presa –
dichiara – per difendere le proprie posizioni e per
ossequio nei confronti della Regione». A questo punto diventerà quasi
irrilevante il consiglio comunale di Manzano, che a sua volta si
esprimerà lunedì alle 19 sull’operazione. Anche se il voto sarà
favorevole, infatti, non avrà efficacia ai fini
procedurali. Per questo motivo i proponenti del referendum si
incontreranno nei prossimi giorni per stilare un programma e dare il via
alla raccolta
delle 1.462 firme necessarie. Ci sarà tempo fino al 9 febbraio e con
molta probabilità i banchetti saranno allestiti a inizio ottobre.
«Abbiamo cercato di dare un’opportunità – spiega Macorig – perché il
sindaco e la maggioranza di San Giovanni
potessero ravvedersi politicamente e si assumessero al tempo stesso una
responsabilità nei confronti dei cittadini. Così non è
stato. Mi auguro che a Manzano accada l’inverso, anche se è evidente che
i matrimoni si fanno in due». L’esito di
lunedì appare quasi scontato. Il sindaco Mauro Iacumin ha più volte
ribadito la volontà di proseguire con l’Uti e poi
gradualmente con la fusione. E lo conferma una volta di più il giorno
dopo il consiglio nel Comune vicino. «Non abbiamo mai detto che non
vogliamo la fusione – ribadisce Iacumin –. Tanto che ho già parlato con
il collega sindaco Braida e ci siamo più volte
incontrati per valutare di mettere insieme qualche servizio, che sia
funzionale a un successivo assemblaggio dei due enti. La collaborazione
va
avanti, ma l’Unione territoriale in questo momento viene prima».
Iacumin, poi, risponde agli attacchi giunti su più fronti in
questi giorni. «Sono solamente da un anno e mezzo – ribatte – alla guida
di questo Comune. Non penso di essere una persona attaccata
alla poltrona. Forse lo è qualcun altro che da vent’anni gira i vari
consigli. Io posso vivere anche senza la carica di primo cittadino
perché ho un lavoro e una famiglia. Semplicemente ritengo che l’Uti in
questo momento sia più funzionale al territorio». Ed
è proprio l’Unione territoriale intercomunale a finire nel bersaglio di
Alessio Lorenzo, capogruppo di “Progetto Manzano”:
«Tutti si preoccupano di avere un business plan della fusione – tuona –,
ma nessuno si è preoccupato di farne uno delle Uti.
Le motivazioni addotte che hanno portato alla bocciatura della fusione
sono deboli, così altrettanto è triste vedere assessori giovani
che parlano ancora di campanilismi».
Maurig contesta la maggioranza
«Così non si facilita lo sviluppo»
SAN
GIOVANNI AL NATISONE La corsa di San Giovanni
verso la fusione con Manzano è stata fermata mercoledì dalla bocciatura
in consiglio comunale dell’ordine del giorno che avrebbe
accelerato l’iter ed eliminato la raccolta di firme per arrivare al
referendum. Il giorno dopo il sindaco Valter Braida non ha molto da
aggiungere a quanto detto in aula, dove ha ripreso in considerazione
l’argomento aggiungendo che ci si dovrà rivolgere prima di tutto
alla volontà popolare. Qualcosa da aggiungere ce l’ha invece la
minoranza di Progetto Comune, indignata già a margine del
consiglio per non aver potuto replicare alle dichiarazioni
dell’assessore Carlo Pali rilasciate nel momento delle dichiarazioni di
voto:
«Abbiamo presentato due interrogazioni consiliari per avere una
risposta». Pali ha interrogato le minoranze su come mai non è stata
fatta prima la fusione, in tempi passati quanto la legge regionale
avrebbe consentito maggiori finanziamenti, rivolgendosi a Maurig come ex
vicesindaco. «In quella maggioranza sedeva anche lui – ha commentato
Maurig –, erano altri tempi, il mondo negli ultimi anni
è cambiato, non c’è di mezzo solo la crisi, c’è stato un cambiamento di
mentalità e sono cambiate le esigenze.
È necessario formulare una comune politica di sviluppo. I soldi che sta
spendendo ora la maggioranza sono quelli della passata amministrazione,
quest’anno hanno messo a disposizione solo 12 mila euro per gli
investimenti – ribatte Maurig –; certo, come ha detto il consigliere
Pittassi, c’è equilibrio, ma se non riesci a fare sviluppo?». Da parte
sua Pali ha ribadito che «sebbene creda che il
percorso di fusione sia inevitabile e potrebbe portare vantaggi,
crediamo che l’imposizione delle Uti abbia creato un ostacolo. Portare
avanti
queste due forti riforme contemporaneamente sarebbe molto complicato,
comporterebbe forti rallentamenti ai servizi ai cittadini. Non è
mancanza
di coraggio, non si tratta di una mancata condivisione dei potenziali
vantaggi, ma questi vanno avvalorati. Pertanto una cosa alla volta».
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