giovedì 10 settembre 2015

San Giovanni-Manzano, prove di “nozze”

Rassegna Stampa - Settembre 2015

cav. Rosario Genova

Consigliere Comunale
San Giovanni-Manzano, prove di “nozze”
 Maurig: inutile aspettare le Uti. Dalla Regione via alla raccolta di firme, ma i consigli potrebbero dare un’accelerazione all’iter
 
 SAN GIOVANNI AL NATISONE, 9 Settembre 2015
   Questo matrimonio s’ha da fare. Il richiamo manzoniano rafforza le convinzioni di Giusto Maurig, 48 anni, imprenditore, già vicesindaco e ora consigliere comunale di opposizione a San Giovanni al Natisone, fra i principali sponsor della fusione con Manzano. Operazione che sarà dibattuta stasera in aula a San Giovanni e il cui iter ha ricevuto ieri la “benedizione” della Regione, che ha dato il via libera alla raccolta di firme per arrivare al referendum. A Manzano il consiglio si terrà lunedì. Già oggi i proponenti potranno andare a raccogliere i moduli e avranno cinque mesi di tempo per raggiungere quota 1.462 sottoscrizioni (761 a Manzano, 701 a San Giovanni). Il percorso, tuttavia, potrebbe ricevere una decisa accelerazione proprio stasera qualora il consiglio dovesse votare l’ordine del giorno proposto dalla minoranza. Tanto da poter sperare, azzarda Maurig, di arrivare alla fusione in un paio d’anni anzichè tre. Va detto che l’idea della fusione non dispiace agli stessi sindaci Mauro Iacumin (Manzano) e Valter Braida (San Giovanni), i quali rilevano però la necessità che prima siano attuate le Unità territoriali comunali. «Ma così i tempi si allungherebbero ben oltre la scadenza elettorale del 2019 – rileva Maurig, dichiaratamente contrario alle Uti –, visto che ora sarà un commissario a dover dare uno statuto non condiviso all’Unione del Natisone (17 Comuni, 52 mila abitanti) e che il 5 novembre il Tar sarà chiamato a decidere sul ricorso di una sessantina di enti locali del Fvg contro la legge regionale di riforma». Sarà proprio Maurig stasera a illustrare i motivi per cui sostenere quella fusione che in Friuli Venezia Giulia hanno già portato a compimento Rivignano e Teor: «Manzano e San Giovanni – dice – vivono una realtà comune. Assieme farebbero quasi 13 mila abitanti, ben più di Cividale. Sono contigui e il tessuto sociale è similare. Le imprese, dall’artigianale all’agricolo, sono omogenee, mentre Asdi – di cui Maurig è stato presidente dal 2009 a quest’anno, ndr – e Catas sono realtà economiche comuni che rappresentano il tradizionale comparto della sedia e dell’arredo». Fra le varie argomentazioni – alimentate in prima battuta anche dai capigruppo di opposizione di Manzano, Daniele Macorig e Lorenzo Alessio – anche il fatto che il territorio esprime oltre cento associazioni di volontariato, è dotato di una buona serie di impianti sportivi ed è raggiungibile attraverso rinnovati collegamenti stradali. Il settore scolastico, inoltre, fa già capo a un unico Istituto comprensivo e vanta una filiale del Malignani di Udine per lo sviluppo del settore sedia-arredo. Il peso del Comune unico – sostiene Maurig – migliorerà la qualità dei servizi e la valorizzazione del territorio, con benefici a livello di pressione fiscale e di contenimento delle spese. Con la fusione, poi, «si partirebbe da una base condivisa e non da un’aggregazione imposta dall’alto. Senza trascurare – aggiunge Maurig – i vantaggi economici immediati (fondi regionali) e strutturali (risparmi)». Secondo le prime stime, le nozze istituzionali porterebbero nelle casse del nuovo ente oltre un milione e mezzo di fondi aggiuntivi, per non parlare della revisione dei vincoli del patto di stabilità. Ma è già tempo di indicazioni. Tra oggi e lunedì parola ai consigli comunali. Poi toccherà ai cittadini.
 
 
Macorig non vede futuro per le Unioni territoriali
Preoccupato anche Iacumin: lo statuto non sia calato dall’alto. Lunedì in aula per la fusione
 
MANZANO Dalla Regione arriva dunque il via libera alla raccolta della firme per la fusione di Manzano e San Giovanni. Oggi i proponenti del referendum per l’unione tra i due Comuni potranno andare a raccogliere i moduli e avranno cinque mesi di tempo per poter raggiungere il quorum di 1.462 sottoscrizioni (761 a Manzano e 701 a San Giovanni). Ma una brusca accelerazione potrebbe arrivare stasera qualora il consiglio di San Giovanni dovesse dare voto positivo all’ordine del giorno proposto dalla minoranza che riguarda proprio la fusione. I tempi si accorcerebbero e in un paio d’anni si potrebbe arrivare alla nascita del nuovo ente locale. «Vogliamo fatti, non parole – ribadisce Cesare Mangoni, capogruppo di Movimento libero –. Devono prevalere gli interesse dei cittadini, non quelli personali». La notizia del via libera alla raccolta firme arriva il giorno dopo il commissariamento dell’Uti del Natisone. «Mi auguro ora – commenta il primo cittadino di Manzano, Mauro Iacumin – che il commissario abbia l’intelligenza di approvare nelle sue linee guida lo statuto elaborato dai sindaci. Il percorso è stato condiviso fino al voto. La bocciatura è stata una sconfitta per tutti, anche se posso comprendere i motivi che hanno portato al no di chi ha fatto ricorso contro l’intera legge. Il commissariamento non costituirà un problema se si continuerà lungo la strada tracciata. Viceversa, uno statuto calato dall’alto sarebbe poco dignitoso per i territori». A Manzano la resa dei conti sulla fusione arriverà lunedì, quando è prevista la seduta del consiglio. L’unione, dati alla mano, porterebbero nelle casse del nuovo comune un milione e 600 mila euro di fondi aggiuntivi dalla Regione e una riduzione dei costi, a cui si aggiunge il non rispetto dei vincoli del patto di stabilità per cinque anni. «E’ evidente che l’assemblea di lunedì – rimarca il capogruppo di Ricostruiamo Manzano, Daniele Macorig – ha di fatto peggiorato la questione Uti. Abbiamo realtà diverse e dinamiche territoriali complesse, la fusione invece riguarda due aree omogenee dal punto di vista economico e territoriale».
 
 

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